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Si chiama Warka Water ed è un albero che toglie la sete. Un albero per modo di dire, ma che comunque produce acqua, in Etiopia, regione del mondo in cui la siccitàè molto diffusa e dove la grave crisi alimentare andrà a toccare nel 2016, secondo un rapporto Onu, oltre 10 milioni di uomini, donne e bambini. A 9 mesi dalla sua messa in opera nell’area di Dorze, Warka Water ha già prodotto oltre 29mila litri d’acqua e tolto la sete a 30mila persone.

 

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Alto 10 metri, pesante solo 60 kg, ecosostenibile e costruito con materiali ecologici e facilmente reperibili come nylon e giunchi, Warka Water si basa sul principio della condensazione dell’aria, sfruttando l’escursione termica giorno-notte che in Africa è molto accentuata. La struttura cattura infatti rugiada, nebbia e minuscole particelle di umidità, trasformandole in acqua potabil e togliendo la sete a territori difficili come quelli africani Il primo prototipo in grado di produrre fino a 100 litri d’acqua al giorno, sfruttando l’umidità dell’atmosfera, è stato ideato dall’architetto italianoArturo Vittori e realizzato direttamente sul territorio etiope grazie al sostegno della Cooperazione Italiana. Poi è stata una corsa al miglioramento. “Dai sopralluoghi che effettuiamo ogni 2 settimane a Dorze – spiega Vittori – e dalle numerose interviste realizzate abbiamo raccolto informazioni molto interessanti, che ci sono servite permigliorare le nuove versioni del Warka Water che stiamo sviluppando”.

Il Warka Water in Etiopia: produce 100 litri di acqua al giorno e costa appena 500 dollari ed è facile da costruire

Assemblarla costa relativamente poco, ovvero circa 500 dollari. Se il progetto Warka Water diventasse realmente operativo, superando la prima fase progettuale lanciata in Etiopia, le popolazioni locali dei paesi in cui la siccità è molto accentuata vedrebbero un miglioramento consistente della loro vita. Dato che la speciale struttura è’ in grado di catturare l’umidità dall’atmosfera e trasformarla in acqua, le donne delle comunità potrebbero dedicarsi ad altre attività invece che passare 6 ore al giorno lontane da casa per procurarsi acqua. Il Warka Water fa della sua facilità di costruzione e di funzionamento il suo principale fiore all’occhiello, dato che permette una gestione diretta delle comunità locali. La struttura, se sviluppata su larga scala, consentirebbe infatti alle popolazioni di non dipendere dai finanziamenti e dagli aiuti esterni, valorizzando la loro autosufficienza. Ma il contributo al progetto Warka Water non è l’unico intervento della Cooperazione Italiana orientato alla lotta contro la desertificazione e la siccità nei paesi in via di sviluppo. Nell’ultimo anno, infatti, sono stati stanziati complessivamente 10.760.470 di euro in iniziative destinate all’approvvigionamento idrico, con un focus particolare nelle regioni dell’Africa Sub Sahariana e nel Nord Africa.

 

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