Ogni anno di questi tempi parte la “campagna di trasformazione del pomodoro”. Un’attività stagionale che da lavoro a migliaia di persone in Italia. Grandi aziende negli anni hanno saputo valorizzare il prodotto e i territori.
L’Anicav, l’associazione nazionale dell’industria conserviera, insieme delle Organizzazioni Sindacali campane di categoria Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil, dichiarano “aperta” nel bacino del Centro-Sud la campagna di trasformazione del pomodoro da industria alla presenza delle istituzioni regionali con una visita a due stabilimenti produttivi, La Doria spa, nello storico stabilimento di Angri, e La Torrente srl, nello stabilimento di Sant’ Antonio Abate. I due stabilimenti, uno in provincia di Salerno e uno in provincia di Napoli, sono stati simbolicamente scelti in rappresentanza di tutte le imprese presenti sul territorio campano.
La Campania costituisce il maggiore bacino di produzione di pomodoro trasformato, sia per numero di aziende di trasformazione – su 120 aziende operanti in Italia, 70 sono aziende campane concentrate prevalentemente nelle province di Napoli e Salerno, dove sono presenti i principali gruppi del comparto agroindustriale non solo a livello nazionale ma anche comunitario – che per fatturato – circa 1,5 miliardi di euro su un fatturato nazionale di 3,1 miliardi – ed è da sempre leader nei derivati del pomodoro, primo fra tutti il pomodoro pelato, che rappresenta una produzione di pregio delle aziende.
Il comparto impiega circa 3.000 lavoratori fissi ed in un arco temporale molto limitato (60 giorni) circa 12.000 lavoratori stagionali ogni anno, cui va aggiunta la manodopera impegnata nell’indotto (officine meccaniche, imballaggi, distribuzione e logistica, case sementiere, vivai).
(fonte: Ansa)
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