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La strategia è abbastanza chiara: lasciare che un servizio diventi consuetudine e, successivamente, governarlo. È quello che sta facendo WhatsApp, pronta a rilasciare una variante business della sua applicazione dopo un lungo periodo in cui molte aziende hanno sfruttato la piattaforma di messaggistica istantanea per velocizzare i canali di comunicazione coi clienti. L’annuncio è arrivato sul blog ufficiale dell’azienda californiana: «Creare valore per le persone, e ora anche per le aziende». Il progetto, anche se ufficialmente non è specificato, è quello di entrare prepotentemente nel business dell’eCommerce. E lo confermano molti indizi.

 

Nel post ufficiale, da WhatsApp scrivono: «Sappiamo che le aziende hanno esigenze diverse. Ad esempio, vogliono avere una presenza ufficiale, un profilo verificato, in modo che un utente possa facilmente distinguere il loro account da quello di un singolo individuo, e necessitano di un modo più semplice di rispondere ai messaggi che ricevono. Stiamo costruendo e testando nuovi strumenti, tramite l’applicazione WhatsApp Business, gratuita e per piccole attività, e tramite una soluzione enterprise per aziende di maggiori dimensioni che operano su larga scala con una base clienti globale, quali compagnie aeree, siti di e-commerce e banche. Queste aziende potranno usare le nostre soluzioni per inviare ai loro clienti notifiche utili, come ad esempio gli orari di un volo, conferme di avvenuta consegna, o altri aggiornamenti». 

L’intreccio con Payments
L’arrivo di WhatsApp Business è contestuale all’introduzione di WhatsApp Payments e delinea un piano molto preciso che catapulta l’azienda di proprietà di Facebook Inc nel mondo dell’eCommerce. Payments servirà per effettuare transazioni finanziarie fra utenti in modalità peer to peer. Sarà dunque un autentico servizio di pagamento. La sua integrazione in una chat fra azienda e cliente (quindi all’interno di quello che sarà WhatsApp Business) è conseguenza naturale. Coi due nuovi strumenti, dunque, WhatsApp offrirà non solo un canale di comunicazione diretto (e certificato, data l’idea di verificare gli utenti business), ma anche una piattaforma dove completare l’acquisto di beni e servizi con il pagamento. Un business che, rapportato ai numeri di WhatsApp (1,3 miliardi di utenti attivi mensilmente), diventa estremamente interessante. 

L’ombra di Facebook Marketplace
Agli osservatori più attenti, inoltre, non sarà sfuggito il lancio di Facebook Marketplace, nuova area interamente dedicata agli annunci online dove gli utenti possono vendere e comprare. Per ora le transazioni finanziarie avvengono al di fuori di Facebook (che di fatto è esente da responsabilità). Il colosso di Zuckerberg non ha alcuna percentuale sulle vendite. Mette semplicemente in contatto gli utenti, offrendo loro la la possibilità di mettersi d’accordo sul social o attraverso Messenger. Qualcosa di molto simile a Subito.it, per capirci. Facebook, però, è proprietario di WhatsApp, e un’integrazione fra i due servizi non è certo un’ipotesi da scartare. Anzi, i segnali vanno proprio in questa direzione, con il gigante di Zuckerberg che dopo un periodo di calma apparente diventerebbe – di fatto – uno degli attori più importanti del mondo eCommerce.

Quando WhatsApp diventò gratuita
La notizia di WhatsApp Business, intanto, ha scatenato varie discussioni. E in molti (il sito Techcrunch in testa) ricordano quando l’applicazione – passata nelle mani di Facebook per 19 miliardi di dollari nel febbraio del 2014 – diventò completamente gratuita: era il gennaio del 2016 e il canone di 99 centesimi l’anno che alcuni utenti pagavano venne abolito definitivamente. Una mossa che accelerò la già consistente crescita di WhatsApp. In molti iniziarono a chiedersi quale fosse il modello di business. La risposta, con qualche anno di ritardo, sta arrivando. E sembra forte.

 

 

 

 

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