Angri | Milano | Londra | Dubai

info@cmadvisor.it

mc_altlogo
Contact Info
  • Angri | Milano | Londra | Dubai
  • + 39 02 400 31 823
  • info@cmadvisor.it
Siamo un’azienda di comunicazione, uno studio di consulenza e un laboratorio di idee innovative. Lavoriamo al fianco di istituzioni, aziende e professionisti.

amazon primeÈ ancora presto perché i droni di Amazon inizino a solcare i cieli di tutto il mondo, ma la società non vede l’ora e il suo progetto è già a uno stadio molto avanzato. Le ultime informazioni rilasciate da uno dei suoi Vice President nel corso di un’intervista recente pubblicata su Yahoo si sono rivelate interessanti per comprendere meglio la natura del futuro servizio Amazon Prime.

 

Adv: Inizia a vendere anche tu online

I droni saranno sviluppati in casa dalla società con tecnologie e algoritmi specifici pensati per percepire ed evitare dinamicamente gli ostacoli e avranno tutti specifiche di base simili. Saranno però impiegati in diverse tipologie per adattarsi alle condizioni climatiche tipiche della zona nella quale opereranno (calda e secca, oppure umida o molto ventosa) e della destinazione che dovranno raggiungere (un vasto giardino o l’ingresso di un grattacielo).

Del servizio eravamo già venuti a sapere che gruppo di Jeff Bezos punta a sfruttarlo per velocizzare le proprie spedizioni fino a completarle nel giro di appena mezz’ora: un periodo di tempo durante il quale va a inserirsi il tragitto vero e proprio dei droni che al momento hanno un raggio di autonomia di 16 chilometri per coprire andata e ritorno dal centro di smistamento più vicino.

Il limite di peso per la merce consegnabile è di 2,3 chilogrammi.

Per quel che riguarda il lato legislativo della faccenda, Amazon ha già una conversazione avviata con le autorità competenti negli Stati Uniti. La proposta dell’azienda è molto specifica e immagina una fascia aerea situata tra i 60 e i 120 metri di altezza riservata alle operazioni di consegna e una zona cuscinetto sovrastante per separare i droni dai normali velivoli pilotati da esseri umani. Prima che la discussione giunga a termine però la società dovrà dimostrare la sicurezza dei suoi sistemi e fugare tutti i dubbi sull’impatto ambientale che potrebbe avere: solo così i regolatori daranno il loro semaforo verde. E se negli Stati Uniti la situazione dovesse impantanarsi, Amazon si dice già pronta a inaugurare il servizio altrove.

 

(fonte: Wired)

 

Share on social media