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La legge di Bilancio allarga al 30% e rende strutturali le detrazioni per chi finanzia imprese innovative. L’obiettivo è portare il venture capital italiano a quota un miliardo entro il 2020, dai 130 milioni attuali

Una detrazione più generosa, al 30%. Una somma agevolabile che raddoppia, a un milione di euro. E un aiuto che diventa stabile, che non andrà più rinnovato anno dopo anno. La legge di Bilancio prova a dare una nuova spinta a startup e Pmi innovative italiane, affinando e potenziando gli sgravi per chi investe previsti dalle ultime norme a sostegno del settore, dal decreto Crescita 2.0 del governo Monti all’Investment compact del governo Renzi. L’obiettivo è portare i fondi dedicati alle giovani aziende innovative, tecnicamente gli investimenti “early stage”, a quota un miliardo di euro entro il 2020. 

Traguardo difficile da raggiungere per l’Italia, visto che nel 2015 il nostro mercato venture si è fermato a 130 milioni di euro. Lontano dalla Germania (quasi 800 milioni), ma anche da un Paese affine per vocazione tecnologica come la Spagna (oltre 500 milioni). L’estensione degli incentivi messa a punto dai tecnici del Mise,e contenuta nella sezione Industria 4.0 della legge di Bilancio, prevede prima di tutto di aumentare dal prossimo anno le somme da portare in detrazione al 30%, dal 19 attuale, sia per persone fisiche (Irpef) che per aziende (Ires). Per i singoli inoltre l’ammontare dell’investimento detraibile (a partire dalla dichiarazione dei redditi 2018) salirà da 500mila a un milione di euro. In soldoni, il beneficio fiscale potrebbe più che raddoppiare, da 95mila a 300mila euro l’anno, a patto di conservare almeno per tre anni l’investimento. Una misura per cui la manovra, come si apprende dalla relazione tecnica, stanzia una somma crescente: dai 33 milioni del 2018 fino a circa 50 a regime.

Dal prossimo anno gli investimenti agevolati saranno anche quelli in Pmi innovative, non solo in startup. Soprattutto, per garantire stabilità al mercato, l’incentivo viene reso strutturale. Fino ad oggi doveva essere rinnovato anno per anno. Una norma che allinea l’Italia alle migliori pratiche internazionali, dicono al Mise. E che fa parte di un intero pacchetto a sostegno degli investimenti in startup. Dal prossimo anno per esempio le società quotate potranno detrarre per intero, e per i primi tre anni, le perdite derivate dalle loro partecipazioni in aziende di nuove costituzione. L’intero pacchetto, stima il Mise, dovrebbe stimolare tra il 2017 e il 2020 investimenti privati per 2,6 miliardi di euro, compresi gli impegni già assicurati dalla Cassa depositi e prestiti. Soldi di cui l’ecosistema innovativo italiano ha estremo bisogno per crescere.

 

fonte: Repubblcia.it

 

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