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Google Plus chiude per un bug che ha esposto i dati di centinaia di migliaia di utenti e che secondo, il Wall Street Journal, all’azienda era noto da mesi.

Google Plus, lo snobbatissimo social network aperto da Google ormai nel 2011, sta chiudendo i battenti. Lo ha annunciato la casa di Mountain View in queste ore, in una comunicazione che arriva in conseguenza a un’altra vicenda: la scoperta di una vulnerabilità all’interno della piattaforma, che aveva il potenziale per esporre al furto i dettagli riservati di fino a 500mila utenti.

La versione del social dedicata al grande pubblico sparirà, mentre quella riservata alle aziende rimarrà online. La comunicazione di Google però non è giunta in modo esattamente spontaneo. È stato infatti il Wall Street Journal a raccontare per primo della vulnerabilità in Google Plus, un bug che secondo la testata era noto Google almeno dal mese di marzo.

Il reportage racconta infatti di un documento interno a Google nel quale già allora i dirigenti del gruppo venivano avvertiti del rischio di un pericoloso danno di immagine conseguente alla diffusione della notizia in quel periodo. Marzo 2018 era il periodo immediatamente successivo allo scandalo Cambridge Analytica, che ha investito Facebook e i 87 milioni di utenti coinvolti dall’operazione, e nel memo si ipotizza che in un clima del genere Google sarebbe potuta finire nello stesso calderone, con il rischio concreto che il numero uno di Google, Sundar Pichai, dovesse raccontare la sua versione dei fatti di fronte al Congresso degli Stati Uniti come fece Mark Zuckerberg tempo fa per difendere il suo social network.

Secondo un portavoce di Google, la società aveva in programma di fare mea culpa spontaneamente già questa settimana, ma il lavoro del Wall Street Journal ha evidentemente accelerato i tempi.

 

 

 

fonte: Wired

 

 

 

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